Montefalco

Montefalco, gioiello umbro che domina la piana spoletina, offre un panorama strepitoso ed è da annoverare tra le più belle cittadine di collina della zona: un labirinto di stradine acciottolate, con opere d'arte di grande valore come i dipinti del Perugino e gli affreschi di Gozzoli.
La città inizialmente fu battezzata come Coccorone, ma nel 1249, nel corso di aspre lotte tra il papa e Federico II – a ricordo del quale rimase una porta del borgo medievale – fu distrutta per poi essere ricostruita sotto il nuovo nome di Montefalco. Divenuta feudo della Chiesa, nel '500 assunse l'aspetto che si può ammirare ancora oggi.
Con una pianta rettangolare di origine romana e il castrum medievale, sorto intorno alla piazza del Comune, Montefalco è suddivisa in rioni chiamati borghi. L'intero nucleo feudale è scandito da una cerchia muraria in cui si aprono cinque porte dalle quali si dispiegano cinque arterie a stella che convergono nella piazza centrale.
Si entra in paese attraverso la particolare porta Sant’Agostino, costruita nel 300, sovrastata da una torre. Procedendo lungo corso Mameli, fino alla piazza centrale del Comune si incontra la chiesa di Sant’Agostino, fondata sul finire del XIII secolo; la sua facciata è ornata da un rosone e piccole colonne. All’interno si possono ammirare alcuni interessanti affreschi, uno dei quali con molta probabilità è opera del Lorenzetti.
Sempre in prossimità della piazza centrale si trovano i Palazzi Langeli, Tempestini, Moriconi e il Palazzo Comunale, rimaneggiato nell’800. Ancora si può ammirare l'ex chiesa di San Filippo Neri, divenuta teatro e l’Oratorio di Santa Maria, utilizzato nel Rinascimento per le adunanze comunali.
Su via Ringhiera Umbra, invece, che arriva fino al borgo di Colle Mora, si incontra il monumento più importante di Montefalco, nonché uno dei più celebri di tutta l’Umbria: l’ex chiesa di San Francesco. Ritornando in piazza del Comune si prosegue la visita della città lungo una scalinata che scende verso le mura, dove si trovano il convento e la chiesa dedicati a Santa Chiara, non la più famosa di Assisi bensì Chiara di Damiano da Montefalco che qui fece costruire il complesso tra il XIII e il XIV secolo.
Vini di Montefalco
I vini di Montefalco sono da sempre apprezzati in tutta Italia e di recente hanno cominciato a estendere ulteriormente la loro fama. La loro reputazione non si basa tanto sul Rosso di Montefalco, quanto sui due corposi rossi di misteriosa origine: il Sagrantino e il Sagrantino Passito. Entrambi creati da uve Sagrantino – una varietà che si trova soltanto in questa zona – sono nettari di origini antiche. Il nome, pare che possa derivare dall'uso sacramentale che ne facevano le comunità francescane che coltivavano questa vite.
Il Sagrantino è un vino secco, un rosso robusto, scuro granato, spesso vinificato con un 5% di Trebbiano toscano. Il Sagrantino Passito è molto simile, con la differenza che i grappoli utilizzati sono appassiti, così da poter creare il raro gusto di vino rosso da dessert.